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Per questa mostra a Vicenza presenta le sue ormai celebri armi: mitragliatori, pistole e bombe a mano rivisitate e additivate da una forte carica estetica molto “glamour” e dal forte fascino (a volte anche perverso) sia formale che sostanziale nell’immaginario collettivo: ragioni del successo dell’Occidente e quindi, all’interno del nostro codice genetico, rappresentanti un archetipo potente ed estremamente significativo.

Riello, contrario all’uso della violenza nella società civile, si serve delle armi come di un pretesto artistico per sottolineare e ridicolizzare la retorica aggressiva legata all’autodifesa che si serve dell’estetica per contrabbandare messaggi legati a una pessima etica. E indagando sul tema della violenza privata camuffa, allora, oggetti da guerra in accessori da difesa firmati adeguandoli, in questo modo, al gusto di una società poco abituata a confrontarsi direttamente con l’esperienza terribile della guerra.

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Antonio Riello "Ladies Weapons"